Il 2004-07-26 00:00:00
Di Monica Bruzzone
monicabruzzone@libero.it
www.festivalarchitettura.it
Innanzitutto l’architettura come condizione antropica, struttura (fisica, spaziale, funzionale, formale, simbolica, ecc.) che ci coinvolge in qualsiasi ambito spazio-temporale purchè si ravvisi il benchè minimo segno d’artificio. Al tempo stesso un’architettura in cerca di identità, di regole, di riferimenti che la restituiscano nella sua autonomia di arte capace di penetrare, prendere posizione, trasformare rispetto al mondo (dei territori, delle città, dei luoghi). La prima edizione del Festival non poteva allora non essere dedicata a questa connaturata eteronomia quanto, da sempre ricercata, autonomia dell’architettura. E il percorso-programma tenta quindi di restituire un eteroarchitettura dove le ragioni del confronto, dello scambio, della complementarietà e della condivisione possano emergere con libertà di indirizzo e di coinvolgimento. Un campo aperto, ma anche catalizzato attraverso nuclei tematicamente rilevabili. Innanzitutto quello delle arti. Il problema del rapporto tra l’architettura e le altre arti diventa un incipit che si vuole mantenere, in futuro, come costante del Festival. Attraverso la sezione Confronti verranno chiamati pittori, scultori, letterati, musicisti compositori, fotografi, progettisti della moda, designer, registi ecc. a raccontare quanta architettura (quanta condivisione metodologico-compositiva ad esempio, ma anche quanta città, spazialità, forma…) risiede e viene ricercata all’interno di ciascuna arte. Un approccio questo che vedrà ulteriori momenti di verifica attraverso la rassegna film-video Immagini-movimento-spazio, dove in particolare il cinema e il documentario costituiscono un ambito di sperimentazione, diretta o indiretta, delle espressioni dell’architettura. Ma anche attraverso la sezione Happening nell’architettura in cui un luogo o uno spazio formalmente denotato risultino ideale contrappunto per l’ascolto della musica contemporanea o per la proiezione di immagini e luci capaci di suscitare la teatralità nascosta di un luogo urbano. L’eteroarchitettura è anche esibita attraverso una sorta di inventio, translatio e depositio di diverse Mostre d’architettura, in particolare di autori italiani, di cui eravamo a conoscenza, ma che non sempre siamo riusciti a visitare, perché sparse, in diversi luoghi, per diverse occasioni, a volte anche nascoste. Importate a Parma, dislocate in diversi luoghi capaci di condensarle per affinità non scontate, riprogettate per l’occasione (e il luogo espositivo ne costituisce variabile significativa), costituiscono un itinerario particolare, dove si è (quest’anno) privilegiata la presenza (generazionale) di personalità della tradizione italiana scaturita dalla scuola dei maestri del Novecento. Senza ovviamente alcuna ricerca di esaustività, con le eccezioni del caso, ma comunque leggibile nel prevalere di certe figure. A questo filone si aggiungono ulteriori manifestazioni espositive (di cui alcune totalmente inedite e prodotte dal Festival) che riguardano in particolare la fotografia, le ricerche sul paesaggio, lo spazio teatrale, i progetti storici, la visione urbana immaginata come quadro di riferimento identitario per il progetto d’architettura. Prerogativa del Festival è però anche quella di essere live, di proporre testimonianze attraverso la viva voce (e immagine) dei protagonisti (noti e meno noti). Negli Incontri di architettura dove ci si avvicina a realtà particolari (in questo caso lo scavare nella tradizione di una famiglia di architetti) oppure nel rapporto ravvicinato con alcuni autori al tavolo da caffè. Non di meno nelle occasioni dedicate agli Autori d’architettura in cui architetti italiani ed europei raccontano, fuori da ogni repertorio promozionale, la propria esperienza di ricerca, di evoluzione, di individuazione di prospettive. Ma ancor di più, nella dimensione notturna dell’evento after hours, la sezione Disputatio-progetti controversi può aiutarci a chiarire i termini di un confronto tra tesi contrapposte che spesso diventa scontro, conflitto, e a cui si presta il meglio della strumentazione dialettica, delle ragioni di parte, ma sempre interne e pertinenti all’architettura. Un ambito fondamentale a supporto di questa pluralità di momenti e di espressioni è costituito dal Workshop europeo, dove diverse scuole del continente si cimentano nella soluzione di un tema progettuale condiviso, un luogo centrale della città di Parma, relazionandosi (studenti, tutors, docenti), nel mentre, a tutti gli altri eventi del Festival, in quanto protagonisti e spettatori allo stesso tempo. La presenza delle scuole d’architettura verrà inoltre colta anche nel risvolto della ricerca, espressa in particolare sul tema della composizione dai dottorati universitari che nella sezione Ricerche trovano quest’anno un occasione di confronto anche con altre discipline di ambito artistico. Nelle pieghe, potremmo dire, dei molti accadimenti del Festival, si ritrovano, con particolare riguardo organizzativo nella sezione Editoria d’architettura, molteplici occasioni di presentazione di libri e riviste, progetti editoriali, iniziative espositive, ed in parallelo, si incentiva la curiosità e la ricerca nel mercato antiquario del libro d’arte e di architettura. Ma il Festival si misura anche con occasioni di partecipazione attiva, concorsi, selezioni, osservatori. Dal Premio Architettura/Qualità riservato all’ambito dell’Emilia Romagna, a ribadire una ricerca interpretata anche dalle recenti leggi regionali in materia ( in particolare L.R. 16/02), al Forum delle Città, itinerario italiano tra opere di architettura contemporanea espressione di ricerca e di definizione dei caratteri identitari dei diversi contesti urbani (quest’anno dedicato alle città di medio-piccola dimensione), sino al concorso Under 33, dedicato, attraverso l’interpretazione dei giovani progettisti, ai luoghi del tempo libero e alle forme relazionali dell’ultima generazione. Altri momenti intensificano e disarticolano l’offerta continuativa del Festival: attraverso le iniziative tese alla riscoperta e alla lettura dei Luoghi della città, spazi inesplorati o monumenti complessi di cui si restituisce una sorta di investigazione su base indiziaria; l’omaggio all’architetto moderno per eccellenza Leon Battista Alberti (nell’anniversario della nascita), tra letture del De re aedificatoria in diversi luoghi urbani alle tavole rotonde sull’attualità dell’insegnamento albertiano. L’aspetto ludico rappresenta una componente non secondaria del Festival, per certi aspetti insita a tutte le iniziative che si misurano con un pubblico vasto e in particolari condizioni fruitive, ma in termini espliciti attraverso Sport-architettura, dedicata ad una prova di corsa di orientamento urbano, e Architettura del cibo, dove si potrà trattare del rapporto tra contenuto e forma dei prodotti alimentari e gastronomici, con il coinvolgimento di un’alta scuola di cucina del contesto parmigiano. Il Festival Village è il luogo dove le informazioni, la programmazione delle attività, l’incontro trovano sede a complemento di installazioni espositive e di promozione degli Amici del Festival. Posto nel sotterraneo sottopasso del Lungoparma, sotto la Via Emilia, dove lo scavo ha messo in luce la straordinaria massa strutturale del Ponte Romano, principale quanto invisitata archeologia della città, costituisce il primo luogo da raggiungere da parte del visitatore del Festival che si accredita agli ingressi. Il complesso della Pilotta diventa la seconda polarità di concentrazione degli eventi attraverso numerose e prestigiose mostre di architettura. Il terzo polo è quello del San Francesco-Casa della Musica, con mostre, conferenze, tavole rotonde. Ma decine di altri luoghi sono coinvolti nel Festival, durante l’intero arco della giornata e sino a notte fonda, quasi a permeare e coinvolgere l’intero corpo della città. Lunedì 20 Settembre 2004 Ore 16,00 Auditorium Casa della Musica Presentazioni editoriali a tema: Riviste, e-learning e siti internet di architettura Coordina: M. Bruzzone Introduce: L. Prestinenza Puglisi Partecipa: Anthitesi.info (Sandro Lazier, Paolo G. Ferrara); Archinfo.it (Francesca Acerboni); Architettare.it (Claudio Compagnucci), Archiworld (Giorgio Marchetti), Celid (Vanda Cremona, Laura Salvai), Channelbeta.net (Gianluigi D’Angelo), Design Italia (Alberto Bassi, Paolo Tamborrini), Floornature.it (Marco Casamonti, Flores Zanchi), Motta on line (Danco Singer), New Italian blood (Luigi Centola), Iperspazio.net (Giacinto Cerviere).