Autore: Sanford Kwinter e Marco Rainò
Prezzo: € 14,00
Editore:
Post Media Books
Italia
edito il 2002
PostMedia inizia la sua attvità editoriale, concentrata sulle arti visive, attraverso alcuni interessanti volumi su artisti contemporanei.
PostMedia inizia la sua attvità editoriale, concentrata sulle arti visive, attraverso alcuni interessanti volumi su artisti contemporanei. Il primo titolo riguardo l’architettura non poteva che essere dedicato all’opera di Rem Koolhaas, geniale precursore e visionario architetto contemporaneo. Senza dubbio uno dei più grandi di sempre, non solo per la sua attività progettuale ma quanto e soprattutto per la sua attività di indagine intorno alle problematiche inerenti l’architettura dalla piccola alla grandissima scala, iniziata nel 1976 ed ancora in corso. Il libro presenta il pensiero dell’architetto Olandese attraverso una raccolta di interviste e conferenze tramite le quali si evidenzia in modo inequivocabile le idee e le strategie dell’OMA, lo studio fondato da Koolhaas, nell’approccio di un progetto. Questo libro non è che una raccolta di “parole”, ma come pochi testi ci lascia comprendere fino in fondo i principi fondatori dell’architettura e del pensiero di Koolhaas. Pochi fronzoli e più concretezza! Un idea semplice ma efficace, immagini la dove servono. Anche nella grafica PostMedia è chiara, il protagonista non deve essere il libro o una grafica all’ultimo grido… Quello che occorre al lettore è chiarezza nei contenuti, sapere cosa sta leggendo e su cosa lo informerà, sapere cosa sta vedendo e perché. In 91 pagine di testo tutto quello che occorre sapere sull’OMA prima e dopo la svolta… Per chi è appassionato di architettura non c’è nulla di più interessante che le parole dell’architetto, Rainò e Kwinter operano una scelta accurata dei testi da presentare arricchendoli di un di un saggio critico sull’opera di Koolhaas e di una biografia dettagliata. Complimenti a PostMedia, in attesa di un altro testo che riproponga la stessa formula di questo interessantissimo volume. Dal Volume : [..]L’architettura è una professione pericolosa sotto molti punti di vista, ma in modo particolare se vi chiamate OMA[..] perché è estremamente difficile e debilitante[..] e perché è una micidiale combinazione di impotenza e onnipotenza, nel senso che l’architetto è quasi sempre il depositario di sogni megalomaniaci la cui realizzazione dipende da altro e da altri.