Nastro di energia
People Mover, Bologna
Concept Architettonico
Iosa Ghini Associati S.r.l.
Progetto Architettonico
Iosa Ghini Associati S.r.l.
STS S.p.a. Servizi Tecnologie Sistemi
Concessionario
CCC Consorzio Cooperative Costruzioni, Cesi e Coop Costruzioni
Il People Mover progettato per la città di Bologna è un sistema di trasporto di tipo innovativo dal punto di vista tecnologico, nella regolazione della circolazione nonché nelle caratteristiche architettoniche.
L’infrastruttura della lunghezza totale di circa 5000 metri, è composta oltre che dalla monorotaia, dai due capolinea “Aeroporto” e “Stazione FS”, dalla fermata intermedia “Lazzaretto” posta a circa metà del percorso dove si incrociano le vetture, e che comprende il Deposito-Officina ove è dislocato il Posto di Comando Centralizzato.
Il tema delle fermate e del ponte per lo scavalco del sistema autostrada-tangenziale è stato pensato, studiando una tipologia di architettura che tenesse conto della necessità di collegare un’infrastruttura ad un tessuto urbano destinato ad ospitare importanti interventi di riqualificazione, ma che in parte è inglobato nelle periferiche campagne bolognesi circostanti.
Le fermate del People Mover si trovano in aree diverse. Ogni stazione è collegata all’altra tramite un tracciato dove una passerella corre lungo il binario come via di fuga per il passeggero in caso di emergenza; la progettazione diventa un’occasione per creare un lungo nastro ecologico con l’utilizzo equilibrato di pannelli fotovoltaici e zone di verde, il disegno e la forma permettono di posizionare i pannelli fotovoltaici orientati verso sud-ovest e valorizzare la loro resa, nel caso di esposizione a nord i pannelli diventano balaustre vetrate per dare trasparenza e leggerezza all’intera linea.
L’architettura sia del percorso sia delle singole fermate è progettata per essere inserita nel contesto urbano, con elementi che creino trasparenza, leggerezza, trasmettendo l’idea di movimento, ma che allo stesso tempo riprendano le forme tradizionali; un esempio sono le stazioni che s’integrano nel paesaggio riprendendo le forme architettoniche e linee dell’architettura rurale della pianura. L’involucro di queste ultime è pensato in lamiera stirata in acciaio, che con le sue forature, permette di percepire ed intravedere la struttura che la sorregge (costituita da costole in carpenteria metallica realizzate su disegno), e per dare un senso di leggerezza che corrisponde ad un utilizzo inferiore di materiale rispetto all’impiego di un rivestimento pieno.
L’inclinazione della copertura delle stazioni è concepita, in particolar modo per la fermata “Lazzaretto”, per predisporre l’inserimento dei pannelli fotovoltaici sfruttando l’orientamento a sud-ovest delle stesse falde. Le dimensioni della struttura delle stazioni è stata progettata prevedendo il futuro raddoppio della linea del People Mover.
Il percorso che collega le stazioni è evidenziato dalla ripetizione di pile che sorreggono l’intero tracciato e le singole fermate.
Le pile segnano un percorso integrato con il paesaggio che collega la stazione all’aeroporto, come il percorso che collega San Luca alla città, queste riprendono, per evocazione della forma, l’idea dei tipici portici bolognesi, attualizzando il concetto del sostegno e profilo ma non dimenticando l’architettura tradizionale di Bologna. Per le diverse altezze e dimensioni delle pile è stata ideata una sezione architettonica che le standardizza fino a 7 metri, allargandosi ed integrandosi con la passerella, mentre negli altri casi dove si arriva fino a 25 metri di altezza, per rendere più leggera la struttura dell’intero tracciato, è stato utilizzata una forma che cambia la sezione della pila verso il basso, allargandosi come il tronco sottile di un albero che si attacca solidamente al terreno.
Altro tema importante affrontato in questo progetto è la realizzazione dello scavalco dell’autostrada tangenziale, dove i particolari del ponte (denominato “Link”) e gli elementi strutturali che lo compongono hanno forme naturali e semplici, componendo un’architettura, segno di ingresso alla città di Bologna.
Il disegno del ponte nasce dall’unione di due esigenze: una tecnica e l’altra percettiva visiva; la prima è risolvere il problema della differenza di quota dal resto del percorso realizzato con una monorotaia, a differenza del ponte che ha un doppio trave di una lunghezza di 100 metri, prevedendo in un futuro momento il raddoppio della linea; la seconda esigenza è il ponte come elemento architettonico che diventa punto di riferimento nel paesaggio autostradale per il viaggiatore trasmettendo l’idea del movimento. Queste due problematiche sono state risolte progettando due portali che per la forma e la dimensione fluida, diventano un ottimo punto di raccordo, tale da permettere di mascherare la differenza di quota nel punto di attacco del percorso monorotaia al ponte a doppio binario, senza dimenticare il dettaglio, ideando un’elegante figura che nel panorama individui a distanza un tracciato veloce, quello del People Mover. I due portali contraddistinguono l’arrivo a Bologna, come le porte della città che indicano gli ingressi al centro medievale.
L’utilizzo di soluzioni architettoniche e tecnologiche come elementi
per migliorare la sostenibilità ambientale del progetto
Il progetto si sviluppa con l’idea di integrazione con il paesaggio delle campagne bolognesi interpretando in chiave moderna le forme e gli archetipi dell’edilizia rurale di pianura. Gli elementi architettonici che costituiscono la passerella, il ponte e le fermate, sono stati studiati considerando i fattori ambientali interessanti e caratterizzanti il contesto bolognese.
La città di Bologna negli ultimi anni si è allargata come tessuto urbano fino alle campagne ed ai paesi vicini, dove i casolari sono diventati punti di legame tra il moderno ed il passato, per questo le stazioni del People Mover, veicolo moderno, divengono parti di unione tra il percorso che collega la Stazione FS al capolinea Aeroporto ed il paesaggio urbano.
L’architettura dell’intero progetto tiene conto e conferisce priorità all’esigenza di efficienza energetica, di riduzione dell’impatto ambientale, del comfort e della qualità della fruizione per gli utenti.
Il linguaggio architettonico rispecchia la volontà di realizzare un progetto che dialoghi con l’aspetto tecnologico delle nuove risorse energetiche con l’attenzione rivolta alle problematiche riguardanti la qualità dell’ambiente ed il risparmio energetico.
Queste tematiche coinvolgono la scelta dei materiali e delle soluzioni tecnologiche.
Il materiale di rivestimento utilizzato per le stazioni, la lamiera stirata in acciaio, permette di far filtrare la luce e rende più luminosi gli ambienti, consentendo un risparmio d’illuminazione, e allo stesso tempo, grazie alla possibilità di naturale ancoraggio della vegetazione nelle microforature del rivestimento, permette la realizzazione di pareti verdi nelle chiusure verticali delle stazioni, al fine di ottenere un forte isolamento naturale, una protezione dagli agenti ambientali e il filtraggio dalle sostanze inquinanti presenti nell’aria.
Le piante e la vegetazione così integrate creano i presupposti per il benessere umano all’interno delle stazioni: infatti le superfici non si surriscaldano e migliorano il microclima rinfrescando l’ambiente interno durante il periodo estivo e conservando il calore in inverno. L’azione di raffrescamento dipende dall’effetto ombra dato dalle foglie che mitigano il surriscaldamento della parete e dei relativi spazi retrostanti.
Lungo le facciate esposte al sole, sud-est e sud-ovest, la scelta del tipo di pianta sarà orienta verso vegetazioni a fogliame caduco, che in estate producono ombreggiamento, e in inverno garantiscono l’esposizione ai raggi solari. Sulle facciate esposte a nord, saranno utilizzate piante sempreverdi creando, in inverno, una naturale barriera frangivento, che contribuirà alla conservazione del calore.
L’orientamento delle strutture e del percorso è una delle linee guida dell’idea progettuale grazie al quale sono posti i pannelli fotovoltaici, sia sulla balaustra della passerella sia sulle falde inclinate della fermata Lazzaretto; nel primo caso il disegno nasce per migliorare la resa dei moduli, nel secondo la copertura della stazione è sfalsata per permettere l’inserimento dei pannelli a sud ovest.
La superficie della lamiera stirata in acciaio si collega alla struttura, permettendo l’alloggiamento dei sistemi fotovoltaici non disturbando l’architettura del paesaggio circostante, ma mantenendo la loro funzione di generatori di energia. Dal punto di vista energetico questi pannelli, per il loro posizionamento, garantiscono i requisiti di performance energetica, ma non compromettono il sistema strutturale dell’involucro delle stazioni e del percorso.
L’attenzione nei confronti dell’ambiente e dell’uso razionale delle risorse energetiche ha portato a progettare elementi architettonici avendo come linee guida l’orientamento e l’inclinazione degli stessi.
IOSA GHINI ASSOCIATI S.r.l.
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