Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara

Se un complesso architettonico già adibito a carceri, di cui riflette la storia di reclusione e separatezza nella rigidità e nella riduzione all’osso funzionale della sua tipologia costruttiva, si trasforma in museo di una civiltà importante per non dire unica, come quella ebraica. Se tutto questo accade, il significato che ne scaturisce è di alto valore simbolico. Il giardino e la casa recintati vengono aperti ed un messaggio di libertà, di incontro, di comunione di intenti si offre a chiunque sia in grado di coglierlo nella sua essenza. Ciò che era e ciò che è, che può essere nella sua aspirazione al miglioramento. Il museo come testimonianza di esodi, emigrazioni, passaggi e soggiorni; di conflitti, persecuzioni, segregazioni; di incontri, collaborazioni, integrazioni; di fughe e di raggiungimenti, ritorni. Il museo come traccia di un popolo, con la sua fede, la sua cultura, i suoi costanti riferimenti all’azione divina nella storia. Un museo del genere non può né deve rimuovere alcunché del passato di se stesso, di ciò che ha rappresentato nella vicenda urbana di Ferrara, così come non può né deve rimuovere niente di quanto la presenza ebraica in Italia ha rappresentato e rappresenta, nei suoi risvolti e nelle sue molteplici implicazioni. L’architettura del museo deve riflettere la coesistenza di tutte queste istanze e saperne tradurre i contenuti in un’opera allo stesso tempo prudente e delicata nel restauro del costruito, quanto decisa, intransigente, moderna e sincera nella composizione dei nuovi volumi. Che è l’unico modo possibile per ospitare, recepire, interpretare ed esporre gli oggetti, i segnali ed i messaggi della presenza ebraica in Italia e della presenza italiana nell’ebraismo.

Nome dello studio
GOAGROUP_ arch. n.Pisani, n.Canessa, G.Pisani, P.Raffetto
Email
pisani@goagroup.it
Indirizzo dello studio
viale sauli 4/5 sc. c
genova 16121
Italy
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