ay_ 03 illy caffè

La rappresentazione spazio-temporale che abbiamo ricercato germoglia dall’immagine simbolica del chicco di caffè.
Questa sorta di atomo, plasma e si completa nella natura definendo uno spazio organico.
Un rifugio delimitato da un’atmosfera misteriosa e magica, oscura e lievemente inquietante ma capace di diffondere curiosità e provocazione.
Così si spiega la scelta del luogo, nel cuore di Milano, il centralissimo Parco Sempione attraversato dall’asse urbanistico che connette il Castello Sforzesco all’Arco della Pace.
Lo spazio aperto diventa motivo di enfatizzazione; l’introspezione architettonica prende forza e si carica di energia propria accentuando intrinsecamente il proprio rapporto con il parco senza alcuna negazione.
Assorbito dal terreno, al suo interno vuole diffondersi come una cassa armonica sensitiva.
Vuole presentarsi come un salotto virtuale per astrazioni spazio-temporali.
Allora in questo modo istantanei momenti di vita quotidiana divengono mezzi atti a nuove scoperte e sensazioni.
Rumori, suoni, profumi, movimenti e riflessioni vengono assorbiti dallo spazio e da esso riflessi e decodificati in altre emozioni da cogliere soggettivamente.
L’amplificarsi di questi elementi acutizza la vita nel coffee-bar, determinandone la propria dinamicità sempre differente e articolata.
A maggiori movimenti e vibrazioni accrescono di conseguenza le rispondenze emanate dall’ area interna.
Pareti, soffitto e pavimento divengono i mezzi divulgatori d’immagini e suoni reagendo con differente velocità propagatoria.
Raccontano momenti legati al rito del caffè, dai tempi che ne caratterizzano tutte le fasi della lavorazione fino alla cultura che negli anni si è sviluppata attorno a questo momento di vita sociale nei differenti paesi.
Poi tutto si trasforma in gioco, in socializzazione ed incontro.
Il consumo di questo aroma avviene attraverso l’elemento della seduta. Un cuscino da disporre a terra in maniera del tutto libera caratterizza la degustazione.
Esso incastrandosi come un puzzle incrementa i rapporti umani definendo maggiore intimità e apportando in maniera naturale una più profonda sensibilità alla conoscenza e allo scambio.
Questo sicuramente è il modo più interessante per consumare un buon caffè all’interno di questo ambiente: seduti, anzi quasi sdraiati e presi da tutto ciò che il locale cerca di trasmettere.
Poi più dinamicamente in piedi passeggiando lungo questa sorta d’esposizione virtuale. E poi ancora più velocemente, una dose e via consumata direttamente al banco: questo si trasforma in un punto interattivo che guida in forma ristretta alle caratteristiche complessive del locale.

Buon caffè,
a presto nella” Caffeina d’Europa “