La proposta progettuale si inserisce nel quadro di sviluppo residenziale della periferia della cittadina di Busto Arsizio (Varese).
L’idea compositiva vuole acquistare un carattere “urbano_sociale” dove tra urbanità e socialità si fonda l’elemento connessione. Relazioni umane e città divengono un sistema inscindibile secondo gli incessanti flussi socio_culturali della contemporaneità.
Tutto si delinea non come “mero oggetto” posato su una superficie ma è la superficie stessa del territorio, che attraverso le proprie forze dinamiche, modella l’essenza dell’abitare definendo un’ armonica spazialità.
Così percorsi sovrapposti e tracciati di luce che partono dal contesto solcano e smaterializzano il volume statico della scatola stereometrica definendo una soluzione ibrida, organica ed interamente permeabile segnando fortemente l’interdipendenza delle differenti funzioni tra rapporti pubblici e privati.
La struttura dell’impianto è una sorta di rivisitazione dell’identità tipologica a ringhiera milanese, anche se agli spazi comuni è contrapposta l’intimità e l’indipendenza di ogni unità abitativa capace di garantire il massimo confort e benessere.
Quindi ogni appartamento ha la capacità di vivere isolato ma relegato ad intrinsechi legami di comunione. Divengono elementi unici legati a comporre un tutto. Un tutto formalmente definito da rotture e pieghe che affermano non una lettura lesionistica ma di continuità.
Il soggetto ballatoio si scompone in due differenti elementi: puro percorso posato al suolo, permettendo linearità e relazione tra gli appartamenti del piano terra e percorso sospeso per gli appartamenti del secondo livello.
La luce si infiltra dall’alto e incide l’intero involucro producendo un fascio continuo, che seguendo un andamento a spirale, percorre le superfici dell’oggetto dalla copertura al suolo.
Si è voluto ideare un progetto capace di dare un senso di forza e specificità al luogo, dove per luogo s’intende l’intera struttura urbana.