Il progetto interpreta le linee espresse dal piano di recupero di Bolles+Wilson attraverso una lettura del contesto e in generale dell’architettura di Perugia rifiutando il pittoresco e il vernacolare. Il progetto ricerca, con linguaggio contemporaneo, una relazione con i caratteri architettonici e morfologici delle vicine mura della città, individuando in massività e verticalità gli elementi emergenti del paesaggio perugino e attraverso le forme libere degli edifici la creazione di tagli visivi sempre diversi e la successione di spazi tipica dei centri storici. La ricerca della migliore esposizione solare, indotta dalla disposizione ravvicinata dei blocchi a causa delle dimensioni ridotte del lotto e dalle particolari condizioni orografiche del sito, ha suggerito di alternare pareti verticali intonacate a pareti inclinate rivestite con ceramica strutturata, conferendo dinamicità al complesso, limitando le ombre portate. Le terrazze, come giardini sospesi, tendono a valorizzare la panoramicità del sito verso il centro storico e la vallata. In copertura una sorta di “giardino all’italiana”, oltre a migliorare l’inerzia termica del fabbricato, dilata idealmente Piazza Monteluce. Geotermia, superisolamento di fondazioni e pareti, recupero delle acque piovane, pannelli solari e selezione della luce attraverso bucature strombate, contribuiscono alla sostenibilità dell’intervento.