L’ipotesi progettuale si confronta con il binomio preesistenza_esistenza cercando un coinvolgimento con la testimonianza e la storia della tipologia rurale che caratterizza il sito dell’intervento architettonico.
L’uomo e il gioco del tempo ha condotto l’opera di smaterializzazione dell’ edificio e della sua funzione consumata concedendo spazio a giovane materia fertile.
La memoria ora mostra lo scheletro, le cui ossa divengono istantanee informazioni di un contenitore che, oramai stanco di esserlo, cede spazio ad un nuovo contenuto.
Esso corre veloce al suo interno, le tensioni provocate dalla massa dissolta si manifestano nell’andamento plastico e dinamico della struttura della biblioteca che si avvolge definendo intrecci sottili tra le parti.
Le sue forme abbracciano la corte ridefinendo il suo spazio esterno, poi essa viene assorbita all’interno in un coinvolgimento tridimensionale, per poi sfociare sulla copertura che diviene un’intima piazza sopraelevata.
È un segno di mutazione: la corte tradizionalmente chiusa ed introversa, si libera e divenendo terrazza si specchia nel contesto cittadino.
All’interno lo spazio si coglie continuo, la pianta libera è solcata da un percorso fatto da scale e tappeti mobili che s’inerpicano nel fabbricato accompagnando il visitatore in un viaggio culturale carico d’atmosfera.
L’intreccio tra le differenti attività dell’impianto: deposito, sistema bibliotecario, uffici e associazioni determina la posizione dell’ interspazio interattivo. Qui l’edificio si svincola dalla sezione, si libera dalla classica stratificazione componendo una sorta di scatola cibernetica. Si modella uno spazio sensoriale, visivo e tattile che narra e chiarisce la morfologia dell’edificio attraverso pareti interattive.
La percezione ricercata è quella di un’assoluta dissolvenza dello spazio, un distacco breve ma completo, attimi in cui il visitatore è costretto a cogliere la laboriosa spazialità rimanendo sospeso metafisicamente a mezz’aria nell’incredulità che lo avvolge.
Questo luogo concettuale è l’ossigeno del sistema, qui convergono gli scambi sociali e si azionano iniziative culturali fondate attraverso un sistema informatizzato che proietta l’intera vita sociale verso il futuro.
L’ingresso avviene quasi dalla strada all’imbocco della corte cercando un rapporto con il tessuto urbano, una scala mobile si staglia dalla piazza portando direttamente al piano superiore dove, passando prima attraverso una zona filtro, ancora esterna, si raggiunge la zona dell’accoglienza dove palmari tattili disposti a parete guidano la ricerca e la catalogazione del materiale.
Passato questo spazio si hanno tutte le attività proprie di questo luogo caratterizzate da ambienti dediti alla socializzazione, allo studio e alla ricerca interdisciplinare. Ambienti ibridi contraddistinti da relax e lavoro per fare sentire l’ospite accolto e sorpreso.