Liberopensiero una rubrica di Roberto Ugo Nucci
La lettura dei giornali, quotidiani e riviste, è spesso condizionata e disturbata da false notizie -fake news- o da ricostruzioni di avvenimenti fatte in modo fantasioso e superficiale. Nel mondo dell’architettura, in particolare, accade che si descriva una nuova opera con scarsa conoscenza della stessa e si presenti il progettista connotandolo esclusivamente con il suo livello di notorietà.
Come succede che si ignori il significato di parole spesso citate con una forma di malcelato compiacimento, generando in tal modo una inevitabile incomprensione. Si vanta, appunto, una ammirazione puntuale per la bellezza, nominandola senza tentarne anche una pur blanda definizione.
A tal proposito sarebbe sufficiente soffermarsi un attimo sul pensiero di Platone, che intende la bellezza come una forma in parte sensibile e in parte intelligibile, affidando alla stessa bellezza un ruolo di mediatrice fra mondo sensibile e mondo delle idee. È grazie alla bellezza, infatti, che l’uomo può trovare lo “slancio” per sollevarsi alla contemplazione delle idee.
Eppure molti parlano di bellezza senza tentare minimamente una sua interpretazione anche in riferimento ad un contesto storico e culturale preciso.
Una premessa che riteniamo doverosa, se si vuole aprire un dialogo chiaro e costruttivo con i lettori e i fruitori di una materia così importante e delicata come l’architettura. E questo impegno vogliamo assumere sin dall’inizio con la dovuta convinzione, citando un architetto, Yona Friedman, che ha scritto:
“ …Non sono un utopista, non sono un architetto, non sono uno scrittore, ma sono tutte queste tre figure insieme, in quanto tutte si completano a vicenda ed è impossibile separarle.“