L’idea di progetto è utilizzare una superficie continua per delimitare lo spazio interno da quello esterno in senso longitudinale, lasciando invece ad ampie pareti vetrate una continuità interno/esterno in senso trasversale.
Da qui l’evoluzione della superficie in una molteplicità di nastri che, snodandosi in senso longitudinale, definiscono spazi articolati in tutte le dimensioni, e permettono una fluidità di movimento interna di immediata comprensione, leggibile in pianta come in alzato.
I singoli ambienti non sono più definiti da partizioni interne, ma da passaggi e cambi di direzione, creati dallo spazio interstiziale che nasce tra ogni nastro e l’adiacente.
Inutile cercare porte o finestre nel nella loro concezione tradizionale. Le finestrature nascono dove il nastro si interrompe, passando da pavimento parete, da intradosso ad estradosso di copertura.
Ai nastri, e al loro movimento longitudinale, si contrappone solo l’andamento verticale di blocchi interni che contengono i servizi e assolvono una funzione, oltre che di definizione spaziale, strutturale e di irrigidimento.
Le pareti vetrate sono setti continui, scanditi da pilastrini di facciata e da brise-soleil orientabili.
L’edificio risulta definito come un singolo oggetto, singolarmente compiuto, ed allo stesso tempo variamente modificabile e ripetibile.