IL PROGETTO
La nuova piazza: rapporto con la colata lavica ed il salto di quota
La strategia di riqualificazione proposta, pone in primo piano l’importante presenza della colata lavica come elemento cardine della riunificazione spaziale e funzionale di Piazza Montessori.
“Terra” è il motto del progetto, ad indicare il nostro interesse per una componente naturale spesso dimenticata come il suolo. Sia esso quello geometricamente artificializzato di un lastricato di pietra che quello plasticamente arricciato della colata lavica in bella mostra fra Via Citelli e Piazza Fusinato.
Occorre sempre ben considerare, a nostro avviso, il valore potenziale del suolo che, come ha detto Caniggia, diventa struttura antropica nel momento stesso in cui lo si percorre.
Nel nostro progetto, oltre a percorrerlo proponiamo di inciderlo, di scavarlo e modellarlo. A tale scopo, parallelamente alla risposta planare e “orizzontale” sottesa dal nuovo disegno di suolo di Piazza Montessori, si individua un itinerario “verticale” e di sezione realizzato con opere “sottosuolo”, che propone una immersione nello spessore della terra.
Un percorso/incisione iniziante dalla piazza, infatti, attraversa gli strati rocciosi del sottosuolo, ricavando un parcheggio nelle cavità laviche appositamente “scolpite”. Tale promenade, collega con uno pub-ristorante ricavato nello spessore del salto di quota, con affaccio sul banco lavico, e con una piazza lignea sospesa sulla stessa emergenza lapidea e affacciata/orientata su Piazza Fusinato.
A rafforzare il valore di questo salto di quota e per potenziare il legame urbano con l’area prossima a Piazza Fusinato si colloca, con una ampia passerella aerea che scavalca il limite di via Citelli, un ascensore e una scala urbana che collegano, allo stesso tempo, anche la piazza aerea e le attività commerciali suddette.
La nuova piazza: rapporto con l’acquedotto romano
Con molta semplicità, un sistema di fasce in pietra chiara di Siracusa ritma lo scuro parterre continuo in basalto dell’Etna. L’orientamento e la spaziatura di questo sistema ordinatore è regolato dalla misura degli arconi dell’acquedotto romano.
Il sistema degli spazi verdi, i sistemi di illuminazione ad incasso e fuori terra, l’arredo urbano e le aree di sosta trovano la loro ragion d’essere all’interno di questo tracciato generale.
L’obiettivo di instaurare una relazione diretta con i suddetti ruderi, porta a ripensare il ruolo fondamentale svolto dalla recinzione/limite della scuola elementare “Deledda”. Questo recinto, perennemente chiuso in quanto area di pertinenza della scuola, impedisce di fatto la relazione fra l’acquedotto e la futura piazza.
Nel progetto, tale limite rimane sostanzialmente invariato; tuttavia ne viene ripensato l’uso, trasformandolo in elemento di dinamicità e flessibilità della stessa piazza.
In particolare, esso è costituito da un sistema tripartito di inferriate in acciaio Corten. Il modulo centrale è curvo e definito da una scansione orizzontale che porta le “tracce” dell’acquedotto romano. Il suo valore scultoreo ridefinisce l’ingresso principale della scuola con affaccio sulla piazza e svolge ruolo di filtro rispetto agli altri due moduli laterali, aventi semplici funzioni di delimitazione e trasparenza.
Questi due moduli laterali, ritmati da aste verticali, rimangono chiusi quando la scuola è aperta. In tal maniera lo spazio al loro interno continua a funzionare come pertinenza dell’edificio, privando la piazza dell’importante presenza dei ruderi. Viceversa, alla chiusura della scuola, quella pomeridiana o del fine settimana, è possibile aprire, con la semplice rotazione di alcuni cancelli metallici, la penetrazione dello spazio pubblico fino ai suddetti ruderi.
Tale nuovo limite della scuola è integrato da un apposito sistema di aree di sosta mentre una pensilina/ombraio aumenta le zone d’ombra a servizio della piazza. Le stesse cancellate ospitano semplici sistemi di seduta.
La possibilità di poter aprire e chiudere tale spazio, potrebbe far valutare l’ipotesi che uno dei due moduli (quello a sud) venga ad esempio gestito dall’attuale chiosco esistente, che nel nostro progetto e ridefinito e potenziato in funzione di ciò.
Il salto di quota esistente fra lo spazio interno della scuola e la piazza viene assorbito da piani inclinati e scalini che consentono un agevole accesso alla scuola, consentendo di avere il massimo di accessibilità e fruibilità dell’insieme.
A nord dell’area d’intervento si inserisce una fontana lineare che, oltre a costituire un segnale da via Fabio Filzi e schermare il traffico antistante, consente di organizzare e delineare un ulteriore ambito spaziale nell’invaso della piazza.
LE OPERE SOTTOSUOLO
Le opere sottosuolo proposte, possono costituire una scommessa sul piano architettonico e urbano che la città di Catania potrebbe accettare.
Come già rilevato, le sciare, la lava, il basalto, sono le tracce della forte presenza dell’Etna.
I centri urbani dell’area ionico-etnea sono stati nel tempo realizzati “estraendo” i loro materiali da costruzione da questo paesaggio.
Tuttavia, nella Catania moderna non esistono esempi di dialogo forte con la natura tellurica che caratterizza tale paesaggio culturale.
Lo scavo del parcheggio offre, dunque, l’occasione di riflettere tanto su una possibilità di collegamento con Piazza Fusinato e via Castromarino, quanto la possibilità di indagare uno spazio “interstiziale” e ipogeo, che recuperi la memoria e il luogo delle antiche cave esistenti sull’area e valorizzi la bella colata lavica affiorante.
Più che un semplice parcheggio ipogeo, necessario a risolvere i problemi urbani legati alla ridefinizione dello spazio di Piazza Montessori (perché o si sceglie la piazza o si sceglie il parcheggio a raso) si propone la realizzazione di uno spazio che lavori sull’immagine del “ribollio lavico” e della fluidità degli interstizi della roccia.
Per tale motivo, la scansione dei piani strutturali in cemento armato del parcheggio, dalla tipologia consueta, risulta avvolta da una cavità “rotondeggiante” impressa/scavata nel vivo basalto lavico e completata dalle travi in precompresso che sostengono la copertura del sistema.
Le rampe di collegamento si prolungano, invece, a cercare un ulteriore sfogo in direzione di Piazza Fusinato, collegando finalmente le due parti di città separate dal dislivello.
Altri spazi interstiziali si collocano sul limite di Via Citelli, nello spessore del salto di quota, dialogando direttamente con il banco lavico e l’area gravitante attorno a Piazza Fusinato. I locali commerciali che vi possono alloggiare (bar e ristoranti) offrono l’inconsueta occasione di sostare in un luogo “limite”, definito da una piazza/piattaforma lignea orientata verso Piazza Fucinato. L’insieme di tali “cavità” e piattaforme è opportunamente servito da scale e ascensori urbani.
ISTALLAZIONI ARTISTICHE
Questi spazi ipogei sono arricchiti da una serie di opere d’arte che riprendono il motivo “a bolle”.
Incastonate nelle pareti lapidee e colpite da fasci di luce provenienti da asole collocate nel pavimento della piazza, delle sfere riempite di acqua inquadrano dei motivi pittorici.
La distorsione operata dalla luce (in alcuni casi naturale) e dall’acqua procura una dinamicità tridimensionale delle istallazioni pittoriche.
In generale, la scommessa potrebbe essere di trasformare le pareti basaltiche delle cavità in un vero e proprio Museo della lava, scolpendo sulla viva roccia le opere da contenere e arricchendo ulteriormente la spazialità del parcheggio ipogeo.