Train de Vie (Siracusa)
Per un ripensamento del paesaggio urbano
Il valore della presenza della traccia della ferrovia, nel tratto costiero dimesso di interesse progettuale, sta nel suo essere lo scarto evidente tra due condizioni del paesaggio apparentemente distanti, ponendosi come sottile linea di demarcazione tra due mondi, due tempi, due scale, due significati, tenendoci in bilico come acrobati. Il valore di questa condizione del paesaggio costiero siracusano ci convince della opportunità di riconsiderare una permanenza sostenibile della linea ferrata dismessa quale memoria, parte integrante di un paesaggio stratificato e da essa caratterizzato.
Il progetto nel suo complesso è un tentativo di stabilire un approccio consapevole rispetto alle differenze di tempo e di scala che i paesaggi della città e della costa suggeriscono.
Il progetto si fonda su una premessa: la condivisione di una necessità di riferire l’ambito d’interesse progettuale ad una strategia generale di valorizzazione delle risorse ambientali del territorio provinciale siracusano attraverso la previsione di un nuovo destino della costa, dalla Targia, fino alla Marina Grande di Ortigia. Il progetto intende legarsi al programma del Parco delle Mura Dionigiane. L’anello del parco delle mura, corrisponde alla definizione di un museo ambientale lineare che ha nel percorso il tipo di organizzazione di fruizione e di connessione. Il parco dovrebbe diventare il sistema distributivo principale di connessioni parco-città-natura-cultura. Su questo sistema distributivo si dispongono le principali emergenze esistenti e gli elementi di frontiera tra città e parco proposti nel progetto. Questi costituiscono il sistema distribuito dei valori e delle funzioni strategiche. All’ipotesi di sostituzione materiale della strada ferrata con una pista ciclabile, si è preferito considerare l’individuazione di un sistema distributivo parco-città-territorio, denominato Tip-Top Strip, ad essa complementare. Esso accompagna la strada ferrata all’interno del parco, articolando il suo cammino flessuoso. Diramazioni, attraversamenti, scambi, intercettazioni e giaciture variabili, coinvolgono l’intero tessuto urbano.
La proposta progettuale, alla scala urbana, figura uno scenario possibile in cui si suggerisce, in un contesto più esteso rispetto alla delimitazione dell’ambito prevista nel bando, la formazione di una nuova centralità urbana. Un nuovo bacino socio-economico, sistema coordinato di servizi pubblici e privati decentrati, residenze e istituzioni culturali Te.M.A.S. dislocate. La densificazione del “bordo” urbano Mazzarrona-Grottasanta, la ri-localizzazione di funzioni pubbliche amministrative e la compresenza e integrazione di un mix di servizi, residenze temporanee e commercio hanno il preciso scopo di intensificare le interazioni sociali ed economiche nel quartiere Mazzarrona.
Si è ritenuto altresì opportuno condividere le indicazioni del programma di concorso riguardanti l’inclusione nel progetto del TeMAS e dei Laboratori tematici. La proposta progettuale individua, infatti, nel TeMAS e nei Laboratori gli elementi cerniera e di integrazione tra parco e città. La risorsa potenziale di queste entità culturali risiede nella loro possibilità di diffusione di effetti qualificanti sul tessuto degradato dei quartieri periferici.
Proprio questa necessità di diffusione degli effetti ci ha suggerito l’idea di suddivisione in istituzioni culturali dislocate, il contenitore concentrato TeMAS.
I Te.M.A.S., il Laboratorio delle Politiche Innovative del Verde, il Laboratorio Faunistico e l’Orto dei Sensi sono polarità urbane pubbliche che individuano gli innesti della città nel parco (URBAN SERIAL BUS).
Ritornando al parco, coinvolgere la strada ferrata in una riflessione progettuale vuol dire rievocarne le storie quotidiane degli uomini che l’hanno costruita e attraversata. La ferrovia è ricordo malinconico di un passato di migrazioni, abbandoni e separazioni. La sua presenza ci ricorda storie di nomadi in cerca di fortuna. Immaginiamo di partenze e ritorni, di sogni e aspirazioni, di addii e di valigie di cartone, di incontri e di amori iniziati e finiti. Il treno ci racconta un segmento della vita di ognuno di noi. La ferrovia si impone come traccia utile di una riconsiderazione sostenibile della sua presenza. La sua necessaria risignificazione si sostanzia in un nuovo modello di fruizione: l’Evento Nomade.
Contenitori mobili su rotaia, come vagoni, si dispongono liberamente sul tracciato ferroviario in disposizioni e assemblaggi flessibili. Proliferazioni di elementi singoli, o raggruppamenti in convogli, contengono possibilità di utilizzazioni pubbliche temporanee, eventi culturali, servizi del parco, forme alternative di condivisione di una collettività in movimento.
Il treno della vita rivive in un contesto rinnovato.