Via Scipione del Ferro – complesso di edifici residenziali

Programma di riqualificazione urbana concertato con comune di Bologna e progetti attuativi per nuovi edifici di edilizia residenziale libera e convenzionata (tre torri).

stralci dalla relazione descrittiva dell’intervento
… ne consegue una volumetria compatta ed importante che è articolata su otto piani. altro elemento vincolante è la complanarità del piano “terra” col piano delle sistemazioni esterne. gli alloggi sono distribuiti solo dal primo piano in su, in accordo, peraltro, con le attenzioni relative a gas radon ed elettromagnetismi passanti, godendo così di ampi spazia a terra, pubblici o condominiali, passanti ed estensivi, ad uso di tutti. i corpi scala-ascensore sono stati collocati sul lato nord, lungi dall’essere spazi angusti e chiusi, “tipico”, essi sono valorizzati sia dalla grande vetrata, sia dal disegno delle diverse scale sia dal foro a tutt’altezza. la soluzione architettonica rappresenta la sintesi di un percorso progettuale che risolve le esigenze urbanistiche ed edilizie, numerico-dimensionali e normative, unitamente con i vincoli e le opportunità evidenziati dall’analisi del sito e delle prossimità spaziali esistenti, degli orientamenti e …materiali … moderno maturo … la composizione delle facciate presenta un linguaggio volumetrico e materico finalizzato a: ridurre, data l’importante volumetria, l’impatto nel nuovo organismo sulle prospettive che si originano dai percorsi che si snodano attorno al complesso residenziale; al contempo, rendere l’immagine riconoscibile, nell’alveo di scelte di contemporaneità, tuttavia evitando “esplosioni soggettive” eccessive.

  • perché … “ogni nostra attività intellettuale, in qualsivoglia campo si svolga, è un tentativo di dare un senso alle nostre esperienze – vale a dire, di rendere la vita più abitabile.” (Edmund Wilson)
  • perché …“per poter vivere assai più che di mete precise abbiamo bisogno di una visione”(Elias Canetti)
  • perché noi diciamo “l’opera non è nulla, l’uomo è tutto” (parafrasando/negando Flaubert), vale a dire che prima dell’arte viene la vita e che l’architettura prima e oltre che arte e/o tecnica, o se si vuole “disciplina” artistica o tecnica che sia, “è condizione di vita” (Ruskin)
  • perché le architetture, gli spazi costruiti, le modificazioni del terreno, si generano, evolvono e muoiono come risposta a fondamentali esigenze pratiche e spirituali dell’uomo … “architettura come sostanza di cose sperate” (E. Persico)

i volumi netti, a blocchi, gli spacchi violenti e gli incastri decisi, le masse sottolineate e contrastate da lastre slanciate, sono gli elementi usati. insomma, si parte da un ripensamento del moderno ed in particolare, dalla luce/ombra della spazialità di nota memoria alla scomposizione dei volumi in piani, all’asimmetria dissonante e all’uso di aggetti e lastre altrettanto noti; con ciò ponendoci né sul piano della tecnica (codice) né sul piano dell’estetica (arte) bensì sul piano degli interrogativi (ricerca = risultati possibili ma parziali – processualità).