L’edificio è sito in Venezia Cannaregio, situato al piano terreno, del complesso di Palazzo Lezze, denominato “Casin di Palazzo Lezze”, attribuito, relativamente alla porzione di quinta scenica che affaccia sul Rio della Sensa e completava il giardino del palazzo, a Baldassarre Longhena; la quinta del giardino è stata modificata con l’edificazione di un vero e proprio piccolo edificio ad essa ridossato oggetto del presente progetto.
L’edificio, denominato “Casin” che in veneziano e’ qualcosa tra la barchessa ed il magazzino collegato ad un palazzo. La facciata del Longhena fungeva da accesso dall’acqua sempre per lo stesso Palazzo e da questo aspetto si e’ partiti nell’concepire quest’intervento di radicale trasformazione. La porta d’acqua, a cui si accederà mediante un nuovo sistema di gradini realizzati in blocchi di pietra d’Istria che, collegandosi a quelli già esistenti consentiranno di accedere al livello inferiore della riva.
Questa soluzione si rende necessaria in quanto il pavimento interno è stato rialzato. Ciò ha consentito di poter mantenere aperto il gran portone ligneo sull’acqua, mantenuto fedele nelle fattezze e nella consistenza originale, al fine di portare la luce necessaria all’ambiente interno.
Infatti attraverso questo spazio si accede per mezzo di di un “cubo” di vetro all’abitazione; Questa bussola, favorisce l’ampliarsi della luce all’nterno, altrimenti poco illuminato, diffondendola anche per riflettenza. Il piano terra è un unico open space che ospita il soggiorno, la cucina a cui si accede attraverso un grande bilico in vetro, e un bagno nascosto. La scala in acciaio verniciato bianco, come il resto delle carpenterie, e vetro, di disegno originale, divide gli ambienti senza interroperne la continuità e porta al soppalco superiore Quest’ultimo e’ realizzato tutto in carpenteria metallica, si appoggia ai nuovi leggerissimi pilastri senza mai collegarsi alle murature verticali originarie del manufatto che danno sul canale e verso il giardino. Al sitema del sopalco si innesta la grande libreria, costruita artigianalmente, contenente quasi 10.000 volumi, che circonda perimetralmente tutto lo spazio a doppia altezza della zona giorno attraverso delle passerelle tecniche, anch’esse in vetro e acciaio che le rendono fluttuanti e si integrano nello spazio. Tutto questo gioco di trasparenze catturano e amplificano la luce cosi’ da diffonderla negli ambienti. Le pareti sono trattate a calce rasata bianca che, secondo la tradizione veneziana ma in chiave contemporanea, favorisce la diffusione della luce, sia naturale che artificiale. Materiali: Pochi e di tradizione veneta come la pietra d’Istria e la trachite, combinati con all’acciaio ed il vetro. L’accesso al “Casin” avveniva attraverso un tortuoso percorso secondario che porta al giardino di pertinenza del Palazzo Lezze, al quale la facciata interna del manufatto, si presuppone facesse da sfondo, quale quinta scenica, come era d’uso nel XVII° secolo.