Piuarch progetta per Fondazione Human Technopole il nuovo campus per la ricerca scientifica di Milano, un centro di ricerca innovativo e sostenibile, i cui spazi sono pensati innanzitutto in funzione del benessere dell’uomo.
Non è certo una novità, ma risulta logica la scelta di organizzare, proprio dietro Palazzo Italia e a pochi metri dal lago artificiale dell’ex area Expo di Milnao. Un parterre attrezzato, una piazza coperta e un giardino pensile: il progetto di Piuarch si organizza attorno a questi tre spazi, che formano una sequenza ininterrotta dal piano terra fino alla sommità dell’edificio.
Una topografia artificiale di piani inclinati suggerisce una distinzione tra gli spazi dei flussi e quelli di sosta, gli anfiteatri. Da questo spazio all’aperto, che prosegue in parte anche sotto l’edificio, si accede senza soluzione di continuità all’atrio completamente vetrato, e da qui alla piazza coperta.
Quest’ultima è il vero e proprio cuore dell’edificio. Da un lato, questo gigantesco vuoto a tutt’altezza, inondato di luce naturale, è attraversato da un sistema di rampe e passerelle che connettono tutti i livelli dell’edificio. Al tempo stesso, la piazza coperta, su cui affacciano tutti gli uffici e i laboratori, è uno spazio cruciale d’interazione e di scambio di idee: la gradinata centrale e diverse aree d’incontro ne fanno un luogo ideale per il dialogo tra i ricercatori.
Il giardino pensile è il naturale complemento della piazza coperta: qui, il “campus verticale” introverso si apre al suo intorno e alla città. Sulle falde asimmetriche si alternano pendii verdi e piantumati, gradinate ed ampie piattaforme in legno, che moltiplicano la disponibilità di spazi polifunzionali, liberamente appropriabili dagli utilizzatori dell’edificio.
L’edificio aspira ad essere una nuova icona architettonica per il futuro MIND.
Quali ragioni hanno spinto Piuarch a partecipare al concorso per lo Human Technopole Headquarters?
Il concorso per lo Human Technopole Headquarters è stata innanzitutto l’occasione per confrontarci nuovamente con un luogo, l’area ex-Expo, dove già al tempo dell’Esposizione Universale avevamo realizzato due edifici, il Padiglione Caritas e il Padiglione Enel. Si trattava ora di progettare una costruzione permanente, parte di un più ampio quartiere in fase di sviluppo, il MIND, per l’appunto.
Lo Human Technopole Headquarters è il più recente dei progetti che Piuarch ha realizzato a Milano negli ultimi vent’anni. In che modo questo edificio è rappresentativo del vostro approccio all’architettura, e in che cosa lo rinnova e lo aggiorna?
Nello Human Technopole Headquarters si ritrovano molti temi ricorrenti della nostra produzione architettonica. Ad esempio la compenetrazione tra il pieno dell’edificio e lo spazio pubblico, che lo modella e lo attraversa. È una soluzione simile a quella che abbiamo già messo a punto nel Business Center Quattro Corti di San Pietroburgo (2006-2010) o nel Porta Nuova Building di Milano (2006-2013).
L’elemento portante, il vero cuore del progetto, è uno spazio fluido e continuo, che funziona come un luogo di connessione ed interazione. Nel suo percorso da parterre a piazza coperta, e da piazza coperta a giardino pensile, paesaggio in quota, questo spazio mette in connessione pubblico e privato, esterno ed interno, edificio e paesaggio. Si tratta, in altre parole, di una rivisitazione della tradizionale piazza italiana, una riproposizione contemporanea dei suoi valori umanistici e di sostenibilità ambientale.
Qual è il concept alla base del progetto di Piuarch per lo Human Technopole Headquarters? Quali sono le parole-chiave che lo descrivono meglio?
Le soluzioni architettoniche adottate per lquesto progetto sono tutte direzionate verso un unico, chiaro obiettivo: il benessere dell’uomo.
Trasparenza e interazione sono due parole chiave per questo progetto che, attraverso i suoi spazi, vuole incoraggiare lo scambio d’idee e di esperienze tra ricercatori.
Anche l’involucro dello Human Technopole Headquarters dà un contributo significativo alla sostenibilità ambientale dell’edificio. Quali dispositivi di facciata sono più significativi da questo punto di vista?
I prospetti dell’edificio contribuiscono alla sua sostenibilità ambientale da almeno due punti di vista. Attivamente, attraverso i vetri fotovoltaici, installati qui e sulle pensiline che proteggono i percorsi al piano terra, che si sommano ai pannelli fotovoltaici presenti in copertura. E passivamente, grazie ai frangisole verticali, lamelle che aggettano dal filo delle facciate e che calibrano l’apporto della luce solare nei diversi periodi dell’anno.
Il piano terra è un livello fondamentale per il progetto, dove si costruisce una relazione spaziale tra lo Human Technopole Headquarters e gli altri edifici del Campus Human Technopole, tra cui Palazzo Italia. Come avete progettato questo spazio?
In questo spazio urbano giovane, poco stratificato, il progetto del piano terra è importantissimo per due ragioni: per costruire una relazione tra edifici che, altrimenti, rischiano di esistere come frammenti isolati; e per moltiplicare le pratiche e gli usi possibili all’interno dello spazio pubblico, per scongiurare l’effetto-deserto. Il parterre attrezzato del Campus Human Technopole prosegue, virtualmente senza soluzione di continuità, nei piani terra di tutte le architetture che vi si affacciano: al di sotto del nuovo Human Technopole Headquarters, con un anfiteatro coperto, ma anche all’interno di Palazzo Italia. All’interno di questo spazio sostanzialmente unitario, le variazioni di pendenza e di materiali (verdi e minerali) suggeriscono la presenza di aree utilizzabili per attività diverse. È un suggerimento, per l’appunto, non una suddivisione vincolante.
Lo Human Technopole Headquarters sorge nel cuore dell’area ex-Expo, a due passi dall’Albero della vita, simbolo dell’Esposizione Universale. Cosa significa relazionarsi con il contesto in questo luogo atipico, che è nato come un recinto chiuso e che è lontano dalla città più densa?
L’edificio è relativamente lontano dalla città consolidata. La relazione che intrattiene con il suo contesto immediato è innanzitutto culturale. In effetti, le parole chiave del nostro progetto, come trasparenza e interazione,
rispecchiano i valori non solo del nostro committente, ma più in generale di tutto il quartiere che sta sorgendo in questo settore dell’area ex-Expo, il Milano Innovation District – MIND.
Il rapporto con Milano, e più in generale con tutto l’intorno della città metropolitana, è in primo luogo visuale. Dalle terrazze, la vista spazia verso sud-est fino al centro della città; al contempo, il caratteristico profilo spezzato del suo coronamento rende lo Human Technopole Headquarters una presenza fortemente riconoscibile anche a distanza, una nuova icona architettonica per il futuro MIND.