Piccola digressione sulla settimana del Fuorisalone 2014.
Pubblico un articolo rimasto in bozza per lungo tempo. Non volevo renderlo pubblico, ma una mia recente visita a Milano in Zona Tortona, mi ha fatto ripensare a tutta quella massa di bancarelle che ha ormai snaturato la vera essenza del Fuorisalone, ed ho ritenuto interessante riaprire una discussione con voi sull’argomento…
È metà Aprile ed è finita la settimana del Design. Milano è ritornat ai normali ritmi quotidiani. sono finiti i “Design Week Tours”, le feste e i deejay set. Metri cubi di carta, di volantini incollati ai pali della luce, alle porte, per i marciapiedi sono stati rimossi e gli Stand sono ormai un ricordo, per più, molto offuscato.
Il Fuorisalone negli anni si è ormai disperso a macchia di leopardo tra le varie zone più o meno modaiole di Milano. Negli anni ’80 era un evento di “rottura” , una grande esposizione collettiva nella quale poter trovare ciò che le grandi aziende non avevano il coraggio o la capacità di produrre, perché non interessate o non capaci di “vedere oltre”.
Oggi, camminando per le strade di Via Tortona, Brera o il centro siamo costretti a selezionare cosa vedere, e spesso a scartare la gran parte degli eventi. Mi domando perché oggi tutto diventa evento? Qualsiasi oggetto anche privo di un significato artistico o sforzo progettuale, viene messo in vetrina, attraverso una presentazione, un meeting, una party, uno showcooking, un happening…
Ci ritroviamo a passeggiare in Via Tortona, tra un’Ape Car che vende panini e installazioni pseudo artistiche di qualche bibita gassata. Entriamo nei fantastici atelier-garage, ristrutturati ad arte, che fino a qualche anno fa ospitavano giovani designer e aziende che tentavano di emergere, ed invece oggi possiamo trovare bancarelle, o nel migliore dei casi negozi, che vendono ( proprio così vendono, non espongono) bracciali, anelli, collane, candele, borse, magliette….
Passiamo velocemente agli altri spazi che riteniamo siano più interessanti, ma è deludente pensare che una zona come Tortona, che da sempre è stata uno dei centri della creatività e del design fuori del Cosmit, oggi non possa esprimere innovazione, sperimentazione, in tutti i suoi oltre 30000 mq espositivi, ma è solo grazie alla visione e al rigore imperturbabile del gruppo SuperStudio e alla selezione dei giovani designer di Giulio Cappellini che rimane un barlume di speranza!
Se andate in zona Tortona infatti la vostra meta, a nostro giudizio, dovrà essere SuperStudio o SuperStudio13, il resto ci sembra un corollario privo di interesse, senza grandi novità .
Non è un caso che le grandi aziende che qualche anno fa lottavano per un posto d’onore nelle zone d’élite al Fuorisalone, e che snobbavano il Salone del Mobile, perché troppo “ingessato” oggi stanno rientrando in fiera, che sta recuperando credito e interesse.
C.C.